Pur avendo in comune con il Surrealismo il riferimento al mondo onirico e al concetto di "altrove", come dimensione libera e superiore, opposta al quotidiano e che nell'esperienza concreta è andata persa, l'opera di Simone Loi da al quotidiano e all'esperienza concreta il ruolo di veicolo che conduce verso l'altrove, proprio come l'eroina di Lewis Carroll in Attraverso lo specchio.
Loi ritrae un mondo domestico e conosciuto ribaltando il punto di vista, proponendoci come concreta l'immagine riflessa. La riconoscibilità dei soggetti, la loro integrità corporea unita a un effetto ottico straniante che porta lo spettatore a perdersi dentro un mondo altro.
Il doppio, lo speculare, l'ombra sono elementi sintattici concreti e questa concretezza contribuisce alla creazione dell'effetto straniante, ottenuto proprio con la moltiplicazione del centro visivo e il ribaltamento dell'immagine. Un mondo capovolto, oltre le regole della realtà oggettiva, un mondo onirico dove luci, ombre e soggetti dalla forte valenza simbolica (acqua, fonti di luce, superfici riflettenti, viandanti e ombra) costruiscono un legame con il proprio lato oscuro, con il perturbante altro da sé.
Perché sdoppiamento, riflesso e confronto con un perturbante altro da sé, sono il fulcro del lavoro di questo giovane artista. Il doppio è così concreto da sostituire la presenza dell'oggetto.
Investito dello statuto di non-effige, al pari dell'ombra, il riflesso in queste opere fa corpo con la rappresentazione, addirittura si sostituisce ad essa creando una ambiguità di visione dovuta alla presenza di due centri e nessuna periferia.
La presenza di un fratello gemello, anch'esso artista, costituisce un dato biografico che rende maggiormente intrigante l'analisi del lavoro dell'artista. Simone Loi, con una sintassi certamente rigorosa, edifica una realtà che del doppio, dell'altro da sé fa oggetto d'indagine.
Annarita Chiocca
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