Pleasantville_Zente Nostra è un progetto in divenire.
A
Dorgali ci si saluta tutti, anche se non ci si conosce nel Profondo, ci salutiamo come segno di appartenenza alla Comunità. A
Dorgali per un attimo ci si guarda negli occhi
e ci si saluta, ci si conosce “tutti” come personaggi, per via del
proprio ruolo, dell’auto che si guida o per i gesti plateali che si scoprono
sulla carta stampata; e c’è un’esaltazione di orgoglio collettivo nel momento
in cui qualche dorgalese riesce a far parlare di sé anche oltre il Territorio, magari nel Continente o in America. Diventiamo tutti curiosi e un
po' fieri del traguardo raggiunto, naturalmente in tutto questo c’è un pizzico
di invidia che serve ad aumentare la competizione e a spronare dal torpore chi
desidera emergere. Paradossalmente oggi attraverso internet si scoprono angoli
preziosi di cui non conoscevamo l’esistenza, e quell’avventura, quel traguardo,
quella vita segnata acquista forma in un volto in Pleasantville. I personaggi di Pleasantville divengono come gli
eroi di un mondo quotidiano, memoria di aneddoti e commozione nel ricordo di
quello che la semplicità può donare. In Pleasantville non esiste né il tempo né
lo spazio, esiste solamente un eterno Qui
e Ora dove convivono bambini, giovani, anziani e angeli.
L’idea
di Pleasantville sta proprio nella costruzione di una comunità online fatta
dagli sguardi di un piccolo paese della Sardegna. Come a voler riunire nel Macrocosmo (internet) il Microcosmo
(la comunità dorgalese). Con questo progetto spero di riuscire a cogliere
l'idea di intimità che si respira in un paese. Così vado in giro per Dorgali
con la macchina fotografica a cercare di carpire dove si annida la memoria e
portare a casa l’attimo che mi servirà per realizzare il ritratto. Mi piace l'idea
di immaginare e poi conoscere l'ipotetica vita del personaggio, di entrare
empaticamente Dentro il personaggio
che voglio ritrarre e carpirne lo sguardo, il suo movimento interiore, le sue
emozioni. Cerco di canalizzare
quell’onda di forma, la vibrazione
di quel volto e poi la faccio scivolare sulla carta. Poco alla volta, mentre
inizio ad abbozzare gli occhi, il
volto scompare e i colori dell’iride
si accendono e diventano Altro, le rughe e i segni diventano paesaggio
capovolto, ruotano e si manifestano sul piano. Ogni tanto esco dal flusso e
l’osservo, quel paesaggio diventa quell’uomo leggermente accigliato, che ti
osserva e forse domanda qualcosa, allora lo riconosco, è Lui e non un Altro.
Conoscersi e Riconoscersi è un percorso delicato. Il volto è memoria, onda di
forma di quel trambusto emozionale che soltanto l’evocazione di quello sguardo
può donare.
P
L E A S A N T V I L L E _ Z E N T E N O
S T R A
A cura di Laura Rabottini
Dorgali dal 22 Settembre al 2 Ottobre 2012
Prendendo
il via dalla storia della propria terra, Simone
Loi ci conduce attraverso un percorso fatto di volti e sguardi ricercati
nella sua quotidianità
ed espone con intensa e simbolica variazione di tratti una verità sociale e individuale intrisa di
riflessioni sulla profondità
umana. Nasce così Pleasantville,
l’alter ego di una città
reale, un piccolo universo tracciato secondo le consuetudini di una vita
condivisa da chi vi alberga, una comunità
fatta di volti amichevoli le cui
numerose individualità
si intrecciano per esibire una appartenenza vicendevole, una storia sotterranea
raccontata attraverso la curiosa vivacità
dello strumento grafico. Il disegno infatti immortala le espressioni e si
configura come mezzo efficace a restituire con l'appropriata versatilità della tecnica un multiforme universo
di realtà interiori
ed esteriori.
Il segno si dimostra duttile nel ripercorrere le forme soggettive delle individualità costruite e rileva la temperatura emozionale di ognuna oscillando fra durezza e leggerezza di stesura.
L'uniformità di ogni soggetto si compone attraverso l'unione della composizione generale e del gusto per il particolare, che si coniugano per comporre l'autenticità somatica nell'attimo in cui il pensiero ne completa e arricchisce la definizione. La ricchezza del contenuto simbolico in ogni singolo soggetto emerge dunque dalla contingenza della verità espressiva, e tramite le improvvise emersioni cromatiche e i giochi di luce si riversa sui nostri sguardi nelle fattezze di un mondo composto di pensieri e corpi. L'insistenza del disegno non intende tralasciare lo spazio che circonda ed edifica le figure per contrasto, piuttosto se ne serve per sfruttarlo quale elemento indispensabile a completare la comunicazione dell'opera: lo spazio materializza il pensiero di chi si espone sul foglio e fluttua tutto intorno come l'ultima estensione di sguardi colorati che migrano verso l'alto per raccogliere la loro profondità e ci scrutano con ingenuità per rivelarsi nel loro eccesso di verità somatica. A volte il colore si riscopre padrone della scena e interpreta i soggetti ritratti formulando codici di emozioni improvvise e sfuggenti: uomini e bambini reinventano curiose verità interiori e sfoggiano fragilità sopite che si ricompongono negli afflati cromatici, mentre la bellezza sfiorita della femminilità riscatta le proprie sconfitte attraverso un orgoglio antico in cui il colore è veicolo di fascino sempiterno. Infine, la disposizione asimmetrica dei soggetti gioca un ruolo da protagonista per suggerire che lo spirito immerso nella materia può sempre essere oggetto di nuove e impensate letture interpretative. L'inattesa modalità di inserimento della figura sfrutta la portata simbolica di una asimmetria ricercata e densa di segnali,e conclude un viaggio mentale, dove colori, luci e pensieri guidano l'intangibilità dell'animo a ricongiungersi con la bellezza, spesso insolita, dell'immanenza umana.
Il segno si dimostra duttile nel ripercorrere le forme soggettive delle individualità costruite e rileva la temperatura emozionale di ognuna oscillando fra durezza e leggerezza di stesura.
L'uniformità di ogni soggetto si compone attraverso l'unione della composizione generale e del gusto per il particolare, che si coniugano per comporre l'autenticità somatica nell'attimo in cui il pensiero ne completa e arricchisce la definizione. La ricchezza del contenuto simbolico in ogni singolo soggetto emerge dunque dalla contingenza della verità espressiva, e tramite le improvvise emersioni cromatiche e i giochi di luce si riversa sui nostri sguardi nelle fattezze di un mondo composto di pensieri e corpi. L'insistenza del disegno non intende tralasciare lo spazio che circonda ed edifica le figure per contrasto, piuttosto se ne serve per sfruttarlo quale elemento indispensabile a completare la comunicazione dell'opera: lo spazio materializza il pensiero di chi si espone sul foglio e fluttua tutto intorno come l'ultima estensione di sguardi colorati che migrano verso l'alto per raccogliere la loro profondità e ci scrutano con ingenuità per rivelarsi nel loro eccesso di verità somatica. A volte il colore si riscopre padrone della scena e interpreta i soggetti ritratti formulando codici di emozioni improvvise e sfuggenti: uomini e bambini reinventano curiose verità interiori e sfoggiano fragilità sopite che si ricompongono negli afflati cromatici, mentre la bellezza sfiorita della femminilità riscatta le proprie sconfitte attraverso un orgoglio antico in cui il colore è veicolo di fascino sempiterno. Infine, la disposizione asimmetrica dei soggetti gioca un ruolo da protagonista per suggerire che lo spirito immerso nella materia può sempre essere oggetto di nuove e impensate letture interpretative. L'inattesa modalità di inserimento della figura sfrutta la portata simbolica di una asimmetria ricercata e densa di segnali,e conclude un viaggio mentale, dove colori, luci e pensieri guidano l'intangibilità dell'animo a ricongiungersi con la bellezza, spesso insolita, dell'immanenza umana.
S I M O N E L O I
22-10-2010
_ 31-10-2010
PLEASANTVILLE – ZENTE
NOSTRA
Uno sguardo su Plaesantville…
I ritratti di Simone parlano al cuore.
Hanno sguardi liquidi, che appena
tingono d’oro e pastello la linea discreta della matita, precisa come il tempo
sui volti, lieve come dita che li accarezzano.
Tutt’intorno velano l’aria di
nostalgia, di una certa poesia antica che viene da lontano e protende le figure
sulla soglia dell’infinito. Così divengono volti sospesi oltre il tempo, non il
respiro di un attimo, ma l’espressione di un’emozione universale, condivisa,
venata di malinconia. E di un sapere interiore. E di un impercettibile sorriso,
che indugia sulla luce degli occhi, sull’accenno di rosa posato sulle labbra.
Così ci si sente chiamati per nome, svelati nel ricordo dell’infanzia, nel
nostro desiderio di uno sguardo clemente, di un rifugio in cui riposare
l’affanno. Ci si sente a casa.
Pare quasi di tornare indietro, verso
un altro sé più profondo e più vero, verso l’appartenenza alla terra e il volo
del sogno. Vi è come una consolazione, allora, in queste ombre e in queste
luci, come un’aria d’autunno che fa sentire fragili e al contempo umani, dunque
teneri, struggenti.
Poi il Mare.
Roberta Sale
Questi ritratti in sanguigna rappresentano i VOLTI DELLE MIE RADICI, sono i miei trisavoli, bisnonni e nonne. Tutto questo ha un senso preciso: restituire il volto e il valore degli antenati riportandoli nella comunità dopo che il tempo gli aveva lasciati nelle mani dell'Oblio. questa azione così semplice è molto potente perché va smuovere energie, emozioni, che stanno all’interno nel cuore della famiglia di appartenenza del volto ritratto. Emerge così una sensazione di “ritorno a casa”, in alcuni casi ho come riconsegnato ai miei committenti, attraverso il volto del loro antenato, una parte del loro albero genealogico, una radice profonda da ricoprire e da riaccogliere nel Clan. Qualcosa del genere accede nelle “costellazioni familiari”, studiando per diventare naturopata ho toccato con mano la potenza inconscia del Clan, rievocando l’antenato e i suoi vissuti ci rendiamo conto quanto questo “passato” sia presente nella nostra vita quotidiana e come ci influenzi negli atteggiamenti, nelle paure, nel modo di pensare secondo il modello del clan, così restituendo il valore alle nostre radici accade qualcosa di magico, è come se ritorni la pace dentro al cuore. Alle volte un semplice ritratto se fatto con INTENZIONE va oltre il gesto tecnico di somiglianza con il modello da ritrarre e acquista quasi caratteri trascendentali.
Questi ritratti in sanguigna rappresentano i VOLTI DELLE MIE RADICI, sono i miei trisavoli, bisnonni e nonne. Tutto questo ha un senso preciso: restituire il volto e il valore degli antenati riportandoli nella comunità dopo che il tempo gli aveva lasciati nelle mani dell'Oblio. questa azione così semplice è molto potente perché va smuovere energie, emozioni, che stanno all’interno nel cuore della famiglia di appartenenza del volto ritratto. Emerge così una sensazione di “ritorno a casa”, in alcuni casi ho come riconsegnato ai miei committenti, attraverso il volto del loro antenato, una parte del loro albero genealogico, una radice profonda da ricoprire e da riaccogliere nel Clan. Qualcosa del genere accede nelle “costellazioni familiari”, studiando per diventare naturopata ho toccato con mano la potenza inconscia del Clan, rievocando l’antenato e i suoi vissuti ci rendiamo conto quanto questo “passato” sia presente nella nostra vita quotidiana e come ci influenzi negli atteggiamenti, nelle paure, nel modo di pensare secondo il modello del clan, così restituendo il valore alle nostre radici accade qualcosa di magico, è come se ritorni la pace dentro al cuore. Alle volte un semplice ritratto se fatto con INTENZIONE va oltre il gesto tecnico di somiglianza con il modello da ritrarre e acquista quasi caratteri trascendentali.
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