AUTISM DISORDER 2.0
AUTISM DISORDER 2.0 è un viaggio nell’isolamento tecnologico intrapreso nel video precedente METACITY (2012). L'uso del cellulare è in aumento perché gli avanzamenti tecnologici rendono le persone dipendenti da questi oggetti, ne consegue una sorta di tirannia dell’Oggetto e della Macchina e allo stesso tempo un’assoluta, o quasi, inconsapevolezza di quanto stia accadendo. Il cellulare diviene quindi oggetto d’indagine e mezzo attraverso il quale girare il video, è l’archetipo della nuova comunicazione, o meglio della comunicazione auto referenziata quindi “autistica”.Senza alcuna pretesa di monito educativo, ma con la semplice intenzione di fermare lo sguardo sui nuovi usi e costumi popolari, da questi presupposti è sorta in me la necessità di architettare una visione metaforica di questa realtà.
In una piazza tre ragazze passeggiavano e tutte e tre scrivevano sul cellulare senza parlarsi... come dire stiamo vicine ma siamo distanti le une dalle altre. Nella sua semplicità quell’immagine mi ha particolarmente colpito. Allora ho pensato a come le relazioni tra le persone stiano cambiando profondamente: nei luoghi pubblici, nelle piazze, negli autobus, anche tra amici ci si ritrova ad essere vicini ma distanti, ognuno preso da cosa succede online senza rendersi conto di essere offline per chi si ha affianco. Questo isolamento determina un non-spazio intorno all’individuo, o meglio un’architettura invisibile che divide e separa le persone. L’intimità di questo spazio sta divenendo sempre più importante, assumendo delle connotazioni quasi sacre ed inviolabili, in quanto determina una sorta di seconda “casa” che ci consente di disconnetterci dal mondo circostante. Nel video AUTISM DISORDER 2.0 ritrae labbra che si muovono e non emettono suoni, mani che digitano linee e pulsanti invisibili, grida che non hanno suono e musiche che raccontano di due luoghi vicini ma incomunicabilmente distanti.
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