Simone Loi _ MATER - Progetto realizzato per la residenza d’artista presso Premio Internazionale Scultura Edgardo Mannucci.
@simoneloiart con la collaborazione di @giordanoloi Guskin Gioielli e un sincero ringraziamento a Massimo Vitangeli per aver curato il progetto.
Mater _ 2019, fibra composita, ossidiana, rame, placcatura in oro.
Il progetto MATER (2019) dell'artista Simone Loi, nasce come tributo alla
straordinaria attività di orafo del Maestro Edgardo Mannucci. Un'attivita importante
e complementare dell'artista, di cui una parte venne esposta nell’antologica a lui
dedicata alla Biennale del metallo di Gubbio nel 1967.
È lasciandosi ispirare dall'immaginario cosmico del magnifico protagonista dell'arte
informale del '900 quale fu Mannucci, che Simone Loi ci traghetta con la sua ricerca scultorea in una dimensione stratificata, fatta di simbologie, squarci iconografici, sacralità, e senso del magico.
Ed è in questa esclusiva circostanza, che l'immaginifico di Loi insegue assonanze,
empatie e suggestioni creative di quel movimento organico e armonico in bilico tra
scultura e gioiello, per approdare a forme che rappresentino un'idea di un immediato
passato e un possibile futuro. Egli lo fa attraverso la coniugazione di preziosi
materiali antichi con i materiali del tempo presente che presagiscono l'evoluzione
del linguaggio scultoreo, creando un'ibridazione tra l'antico, l'arcaico, e il senso
alieno di un futuro della forma, peculiarità assolute che ritroviamo compiutamente
nell'opera MATER, un Brahmanda concepito per questa speciale occasione.
Ma per meglio addentrarci nell'attività scultorea e poetica di Simone Loi,
documentata dalla serie di fotografie esposte in questa XXVI edizione del Premio,
diventa significativo approcciarsi al suo immaginario, un immaginario che spesso
attinge dall'archeologia del sapere, estraendo preziosi e raffinati innesti arcaici, di
cui l'aspetto fascinoso è rappresentato dal senso antropologico con il quale indaga
per edificare le proprie opere. I riferimenti simbolici e stilistici al quale ricorre hanno
un'escursione primigenia che esplora con premura e dovizia lo spazio sensibile
dell'antichità sarda e dei suoi archetipi, rievocando figure come il Toro, simbolo della
forza creatrice, evocativo dell'idea di potenza, ma anche di sostegno del mondo
che mette in movimento la spirale cosmica. O la Dea Madre, Dea della fecondità
nel senso etnografico, ma ugualmente archetipo che collega e sostiene l'universo,
simbolo dell'inconscio e di coscienza della manifestazione. Quella del Padre,
simbolo del valore e di quella ricchezza per il suo potenziale di trascendenza, il Padre
delle origini, che è ad un tempo arcaico e prospettico, generatore di rinascita, come
afferma Paul Ricoeur nel suo trattato Dell'interpretation (1966).
Per poi ricorrere alle simbologie più terrene come l'Acqua, sorgente di vita, materia
prima, il Prana, soffio vitale come lo definivano i tantrici. O la Terra, che rappresenta
la funzione materna, protettrice contro ogni forma di annullamento, o come afferma
Esiodo nella Teogonia, le fu dato il nome di Grande Madre poiché si rivelò all’origine
di ogni vita.
O inoltrandosi nel simbolo dell'intelletto umano, di ciò che taglia e separa, che
permette un discernimento, una comprensione, come il Pugnale, la lama. Simbolo
di coraggio e ardore guerriero, ma anche dal significato alchemico che impedisce il
mescolarsi degli elementi, simbolo di potere, tanto da essere portato sul petto degli
antichi bronzetti sardi come simbolo di una casta elevata. Un Khanjar della mente
per l'artista.
Dunque, una simbologia antica quella di Simone Loi, ma con una visione che
trascende il tempo, tra sacralità e magia nuragica di una terra ancora misteriosa.
Massimo Vitangeli
La Scultura-Gioiello: scultura da indossare. La ricerca scultorea nasce dall’incontro tra il mio background di orafo e il percorso nella scultura contemporanea. I primi prototipi di Scultura Gioiello nascevano come progetto per l’ammissione al Kent Institute of Art & Design a Canterbury, in quell’occasione proponevo un progetto chiamato Entropic Jewels che aveva come tema centrale la “stretta relazione”, lo “scambio di calore”, che si instaurava tra la scultura di piccole dimensioni (portate al collo) e il suo portatore. Il concetto base stava nel muovere la scultura, da essere considerata nell’eccezione classica, come opera da contemplare nella sua “fissità” alla dinamicità dell’essere portata al collo come monile. I riferimenti simbolici e stilistici per le Sculture Gioiello parlano dell’antichità sarda e dei suoi due archetipi il Toro/Luce/Padre e la Dea Madre/acqua/terra e alla lama/pugnale come simbolo di potere, tanto da essere portata sul petto degli antichi bronzetti sardi come simbolo di una casta elevata. Le tecniche e i materiali per la realizzazione di queste Scultura Gioiello sono antiche e moderne, per esempio la tecnica dello sbalzo e cesello incontra la microfusione del metallo e i materiali variano dall’oro e l’argento ai più moderni titanio e carbonio.
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